sabato 24 luglio 2010

"orgoglio viola" è non fare la tessera del tifoso

Buongiorno ragazzi,

ieri è scaduto il diritto di prelazione per l’abbonamento del prossimo anno…una formalità da circa 20 anni perché per noi ragazzi di curva è da sempre stato un punto fermo…non importava nemmeno dirlo…”rinnovi o non rinnovi?”..la risposta era sempre la stessa…”l’abbonamento è questione di fede”:..non ci è mai interessato il costo…chi si era comprato…come era stata la stagione precedente…le prospettive future…no no…perché a fine agosto sapevamo bene che andavamo a ritirare quel cartoncino colorato...plastificato…e appena l’avevamo in mano telefonavamo agli altri…commentando il disegno…il tipo di materiale…!! Appena arrivati a casa…al posto di quello vecchio…mettevamo il nuovo…sempre nello stesso posto…un rito sempre uguale...anno dopo anno!!
Quest’anno quel cassetto resterà vuoto…e il dolore è forte…non riesco a rassegnarmi all’idea che io non sia abbonato!! Da sempre dicevo a tutti…”Oh lo voglio anche da morto...!!”. Non avrei mai immaginato di non fare l’abbonamento quel giorno di estate di ormai 19 anni fa…estate in Versilia..un caldo terrificante…mia mamma arriva il venerdì sera…lo tira fuori di tasca…il mio primo abbonamento in Fiesole…un onore…!! Ricordo i brividi della prima partita vista da abbonato..mi sentivo un privilegiato…!!! Ho sempre creduto che nella vita potesse accadermi di tutto…ma quel cavolo di cartoncino l’avrei sempre avuto…!! E invece no…non ce l’ho fatta ad andare in banca…a consegnare la mia foto alla questura…ad avere il permesso di poter entrare nella mia curva sotto forma di silenzio-assenso…a sottoscrivere un contratto con una banca…!! Non ce l’ho fatta perché non mi sono mai sentito un cliente della Fiorentina…sono un tifoso...noi siamo la Fiorentina…tutti gli altri passano….ma la maglia viola resterà sempre….e con lei resteremo noi tifosi…!!!
Il calcio di cui ci siamo innamorati non è quello studiato a tavolino da questi signori...il calcio è passione...irrazionalità...!! Il calcio sarebbe nulla senza quelle migliaia di bischeri che stanno ore sotto il sole..a prendere l'acqua...a patire il freddo..ma sempre imperterriti a cantare....!! Non sarebbe nulla se non ci fosse chi si alza presto la mattina...rinuncia alle ore di sonno...e parte con la sciarpa al collo in trasferta...solo per difendere un colore...!!!
Il calcio è sterile senza tamburi..fumogeni...striscioni....!! Lo stanno trasformando in un prodotto omologato..dove la gente sta comoda a sedere in poltrona...semmai con popcorn e bevanda...!! Forse ci riuscirete...ma questo non sarà mai il mio calcio...sarà una cosa diversa...e io non voglio essere complice di tutto ciò...non voglio aver contribuito a uccidere quel qualcosa che mi fa tremare da quando sono bambino...!! Non voglio lasciare ai miei figli una curva dove ci sono solo marionette...!!!
Il dolore è forte...ma la difesa della mia curva...del mio modo di vedere la curva..vale molto di più. E non sia contento chi ora sta pensando di aver filtrato gli elementi che ostacolavano i loro affari loschi...perchè noi continueremo ad esserci...più incazzati che mai!!!
Un abbraccio a tutti coloro del "vacillo" che hanno adottato questa linea dura...e un abbraccio anche a chi non ce l'ha fatta a rinunciare all'abbonamento...lotteremo anche per voi!!

Luca VMNC

martedì 29 giugno 2010

Ma il mugnaio chi è??? diego....????

Su suggerimento del grande Nushi...vi inoltro questo racconto....è un pò lungo..ma conviene arrivare in fondo e riflettere un pò !!!

L’amico devoto
di Oscar Wilde

Il piccolo Hans aveva moltissimi amici, ma l’amico più devoto di tutti era il grosso Hugh, il Mugnaio. E veramente il ricco Mugnaio era così devoto al piccolo Hans, che non passava mai vicino al suo giardino senza chinarsi sul muro e cogliersi un bel mazzolino profumato, o una manciata di erbe dolci, o senza riempirsi le tasche di susine e ciliegie se era la stagione della frutta.
“I veri amici dovrebbero avere tutto in comune”, era solito dire il Mugnaio, e il piccolo Hans annuiva e sorrideva, e si sentiva fierissimo di avere un amico dalle idee così nobili.
A volte, per la verità, i vicini trovavano strano che il ricco Mugnaio non desse mai niente in cambio al piccolo Hans, benché avesse cento sacchi di farina messi via nel suo mulino, e sei mucche da latte, e un grande gregge di pecore lanose; ma Hans non badava a queste cose, e nulla gli dava maggior piacere dell’ascoltare tutte le cose meravigliose che il Mugnaio soleva dire sull’altruismo della vera amicizia. Così il piccolo Hans lavorava nel suo giardino. Durante la primavera, l’estate e l’autunno era molto felice, ma quando veniva l’inverno, e non aveva frutta né fiori da portare al mercato, pativa il freddo e la fame, e spesso doveva andare a letto senz’altra cena che qualche pera secca o qualche nocciolina. Durante l’inverno era inoltre estremamente solo, dato che allora il Mugnaio non lo veniva mai a trovare.
“Inutile ch’io vada a trovare il piccolo Hans finché c’è la neve”, soleva dire il Mugnaio alla Moglie, “perché le persone quando sono nei guai vanno lasciate sole, e non seccate con le visite. Almeno questa è la mia idea dell’amicizia, e sono certo di avere ragione. Così aspetterò fino a primavera, e allora andrò a fargli visita, e lui potrà darmi un cesto pieno di primule, cosa che gli farà tanto piacere.”
“Certo tu ti dai una gran pena per gli altri”, rispondeva la Moglie dalla sua comoda poltrona accanto al gran fuoco di legna di pino, “una gran pena davvero. Fa proprio piacere sentirti parlare dell’amicizia. Sono certa che neppure il parroco in persona saprebbe dire cose così belle.”
“Ma non potremmo invitare qui il piccolo Hans?”, chiese il figlio più piccolo del Mugnaio. “Se il povero Hans se la passa male, gli darò la metà della mia zuppa d’avena, e gli mostrerò i miei conigli bianchi.”
“Che ragazzo sciocco sei!”, esclamò il Mugnaio. “Veramente non so a che serva mandarti a scuola. A quanto pare non impari nulla. Ma come! Se il piccolo Hans venisse qui, e vedesse il nostro fuoco caldo, e la nostra buona cena, e il nostro barile di vino rosso, potrebbe provare invidia, e l’invidia è una cosa terribile, capace di rovinar la natura di chiunque. Non ho certo intenzione di permettere che la natura di Hans si rovini. Sono il suo migliore amico, e lo veglierò affinché non sia indotto in nessuna tentazione. E poi, se venisse qui, Hans potrebbe chiedermi di prestargli un po’ di farina a credito, e questo non potrei mai farlo. La farina è una cosa, e l’amicizia è un’altra, e non bisogna confonderle.”
Ebbene: non appena l’inverno fu finito, il Mugnaio disse a sua Moglie che sarebbe andato a trovare il piccolo Hans.
“Ma che buon cuore che hai!”, esclamò sua Moglie. “Pensi sempre agli altri, tu. Mi raccomando, non dimenticare i portare il cestino grande per i fiori”.
Così il Mugnaio scese il colle con il cestino al braccio.
“Buongiorno, piccolo Hans”, disse il Mugnaio.
“Buongiorno”, disse Hans, appoggiandosi alla vanga e sorridendo da un orecchio all’altro.
“E come te la sei passata tutto l’inverno?”, disse il Mugnaio.
“Be’, veramente”, esclamò Hans, “sei molto buono a chiederlo, molto buono davvero. Temo di essermela passata abbastanza male, ma adesso è arrivata la primavera e sono tutto contento, e i miei fiori stanno bene.”
“Abbiamo spesso parlato di te durante l’inverno, Hans”, disse il Mugnaio, “e ci siamo chiesti come te la cavavi.”
“Ma come siete stati gentili”, disse Hans, “avevo quasi paura che mi avessi dimenticato.”
“Hans, tu mi sorprendi”, disse il Mugnaio. “L’amicizia non dimentica mai. E’ questa la cosa meravigliosa dell’amicizia, ma ho paura che non riuscirai mai a capire la poesia della vita, tu. A proposito, come sono belle le tue primule!”
“Sì, sono proprio bellissime”, disse Hans “e sono proprio fortunato ad averne tante. Le porterò al mercato e le venderò alla figlia del Borgomastro, e con quei soldi mi ricomprerò la carriola.”
“Ricomprarti la carriola? Non vorrai dirmi che l’hai venduta! Che sciocchezza!”
“Be’, sta di fatto che ho dovuto”, disse Hans. “Vedi, l’inverno è stato molto duro per me, e veramente sono rimasto senza il denaro per comprarmi il pane. Così prima mi sono venduto i bottoni d’argento della giacca buona, poi mi sono venduto la catena d’argento, poi mi sono venduto la pipa grande, e da ultimo mi sono venduto la carriola. Però adesso mi ricomprerò ogni cosa.”
“Hans”, disse il Mugnaio, “ti voglio dare la mia carriola. Non è in ottime condizioni, per la verità, malgrado ciò te la voglio dare. So che è molto generoso da parte mia, e moltissimi mi troverebbero estremamente sciocco a separarmene, ma io non sono come gli altri. Secondo me la generosità è l’essenza dell’amicizia, e inoltre io mi sono fatto una carriola nuova. Sì, non preoccuparti più, ti darò la mia carriola.”
“Ma è molto generoso da parte tua”, disse il piccolo Hans. “Posso ripararla facilmente, perché ho in casa una bella asse di legno.”
“Un’asse di legno”, disse il Mugnaio. “Ma è proprio quello che mi serve per il tetto del fienile! C’è un gran buco e se non lo chiudo mi si bagna tutto il grano. Meno male che me l’hai detto! Incredibile come una buona azione se ne tira sempre dietro un’altra. Naturalmente la carriola vale molto più dell’asse, ma la vera amicizia non nota mai cose del genere. Vammela subito a prendere, per favore, voglio mettermi a riparare il fienile oggi stesso.”
“Certo”, esclamò il piccolo Hans, e corse al ripostiglio e tirò fuori l’asse.
“Come asse non è molto grande”, disse il Mugnaio esaminandola, “ e ho paura che una volta riparato il tetto del mio fienile non ti rimarrà niente per ripararci la carriola; ma naturalmente non è colpa mia. E ora, così come ti ho dato la mia carriola, sono certo che ti farebbe piacere darmi in cambio qualche fiore. Ecco il cesto, riempilo bene, mi raccomando.”
“Lo vuoi pieno?”, disse il piccolo Hans, alquanto dolorosamente, perché il cesto era grandissimo, e sapeva che, se lo avesse riempito, non gli sarebbero rimasti fiori per il mercato, e ci teneva parecchio, a recuperare i suoi bottoni.
“Ma insomma”, rispose il Mugnaio, “dal momento che ti ho dato la mia carriola, non mi sembra sia poi tanto chiederti qualche fiore. Sbaglierò, ma credevo che l’amicizia, la vera amicizia, non conoscesse nessun tipo di egoismo.”
“Mio caro amico, mio migliore amico”, esclamò il piccolo Hans,”serviti pure di tutti i fiori del mio giardino. Preferisco avere la tua stima che i miei bottoni d’argento, in qualunque momento”, e corse a cogliere tutte le sue leggiadre primule, e riempì il cesto del Mugnaio.
“Arrivederci, piccolo Hans”, disse il Mugnaio, e risalì il colle, con l’asse in spalla, e il grosso cesto in mano.
“Arrivederci”, disse il piccolo Hans, e si mise a scavare tutto allegro, felice com’era per la carriola.
Il giorno dopo stava appuntando del caprifoglio al portico, quando si sentì chiamare dalla strada: era la voce del Mugnaio. Subito saltò giù dalla scala, corse in giardino e si affacciò al muro.
“Caro piccolo Hans”, disse il Mugnaio, “ti dispiacerebbe portarmi questo sacco di farina al mercato?”
“Oh, mi dispiace tanto”, disse Hans, “ma oggi ho veramente molto da fare.”
“Be’, veramente”, disse il Mugnaio, “considerato il fatto che sto per darti la mia carriola è abbastanza poco da amico rifiutarti come fai.”
“Oh, non dirlo!”, gridò il piccolo Hans, “non vorrei esserti poco amico per tutto l’oro del mondo”, e corse a prendere il berretto, e si avviò a fatica, con il grande sacco di farina sulle spalle.
Era una giornata molto calda. Tuttavia Hans proseguì con coraggio, e alla fine arrivò al mercato. Dopo aver atteso un po’, vendette il sacco di farina per un buon prezzo, e tornò subito verso casa, perché aveva paura, se si fosse fermato sino a tarda ora, di poter incontrare per strada i ladroni.
La mattina dopo di buon’ora il Mugnaio venne a ritirare il denaro del suo sacco di farina, ma il piccolo Hans dalla stanchezza era ancora a letto.
“Parola mia”, disse il Mugnaio, “sei proprio pigro. L’ozio è un peccato grave, e certamente non mi fa piacere l’idea che uno dei miei amici sia pigro. Non te ne avere a male se ti parlo chiaro e tondo. Naturalmente non mi sognerei di farlo se non fossi tuo amico. Ma a che serve l’amicizia, se non si può dire esattamente quello che si vuole?”
“Mi dispiace molto”, disse il piccolo Hans, stropicciandosi gli occhi, “ma ero così stanco che ho pensato di restare a letto ancora un po’.”
“Be’”, disse il Mugnaio, assestando una pacca sulla schiena del piccolo Hans, “voglio che tu venga al mulino non appena ti sarai vestito, ad aggiustarmi il tetto del fienile.”
Il povero piccolo Hans aveva molta fretta di andare a lavorare nel suo giardino, perché erano due giorni che non innaffiava i fiori, ma non voleva dire di no al Mugnaio, che era tanto un buon amico. Così andò al fienile del Mugnaio. Ci lavorò tutto il giorno, fino al tramonto, e al tramonto, il Mugnaio venne a veder come procedeva il lavoro.
“Adesso è a posto”, disse il piccolo Hans, scendendo giù per la scala.
“Ah!”, disse il Mugnaio. “Non c’è lavoro piacevole come il lavoro che si fa per gli altri, davvero.”
Così il piccolo Hans continuò a lavorare per il Mugnaio, e il Mugnaio disse tutta una serie di cose che Hans si appuntava in un taccuino e che si rileggeva la notte, perché era un ottimo scolaro.
Ora accadde che una sera il piccolo Hans era seduto accanto al fuoco quando sentì bussare forte alla porta. Era una notte molto inquieta, con il vento che soffiava e ruggiva intorno alla casa.
Sulla soglia trovò il Mugnaio, che teneva una lanterna in mano, e un grosso bastone nell’altra.
“Caro piccolo Hans”, esclamò il Mugnaio, “mi trovo in un gran guaio. Il mio figlioletto è caduto dalla scala e si è fatto male, e sto andando dal Dottore. Però quello abita così lontano, e la notte è così brutta, che mi è appena venuto in mente che sarebbe molto meglio se ci andassi tu al posto mio. Come sai, sto per darti la mia carriola, ragion per cui è solo giusto che tu faccia qualcosa per me in cambio.”
“Certo”, esclamò il piccolo Hans, “considero un complimento il fatto che tu sia venuto da me, e mi avvierò subito. Però bisogna che mi presti la tua lanterna, perché la notte è così scura che ho paura di cadere nel fossato.”
“Mi dispiace molto”, rispose il Mugnaio, “ma è la lanterna nuova, e sarebbe una gran perdita per me se le succedesse qualcosa.”
“Be’, non importa, ne farò a meno”, esclamò il piccolo Hans, e si avviò.
Che terribile tempesta era quella! La notte era così scura che il piccolo Hans riusciva appena a vederci, e il vento era così forte che si teneva in piedi a fatica. Tuttavia era molto coraggioso e, dopo aver camminato per circa tre ore, arrivò alla casa del Dottore, e bussò alla porta.
“Chi è?”, gridò il Dottore, sporgendo il capo dalla finestra della camera da letto.
“Il piccolo Hans, Dottore. Il figlio del Mugnaio è caduto da una scala e si è fatto male, e il Mugnaio vuole che vada subito da lui.”
“Va bene!”, disse il Dottore; e ordinò il cavallo, e i suoi stivaloni, scese dabbasso, e si avviò nella direzione della casa del Mugnaio con il piccolo Hans che gli arrancava dietro.
Ma la tempesta continuò a peggiorare, e la pioggia cadeva a torrenti, e il piccolo Hans non vedeva più dove andava, né riuscì a stare dietro al cavallo. Alla fine si smarrì, vagò per la brughiera, che era un luogo molto pericoloso, pieno di profonde buche colme di acqua.
E in una di quelle buche il povero Hans cadde e annegò.
Tutti andarono al funerale del piccolo Hans, poiché era molto popolare, e il Mugnaio era naturalmente in prima fila e ogni tanto asciugava gli occhi con un grosso fazzoletto da tasca.
“Il piccolo Hans è certo una gran perdita per tutti”, disse il Fabbro quando il funerale fu terminato.
“Una gran perdita almeno per me”, rispose il Mugnaio. “Pensare che gli avevo praticamente dato la mia carriola, e adesso non so veramente che farmene. A casa e l’ho sempre fra i piedi, e poi è in condizioni così cattive che a venderla non mi darebbero niente. Certo d’ora in avanti ci penserò due volte prima di regalare qualcosa. A essere generosi ci si rimette sempre.”

martedì 4 maggio 2010

domenica tutti allo stadio

Buongiorno ragazzi,

rispetto le decisioni di tutti...e non voglio entrare nel merito...mi rivolgo solo ai ragazzi del vacillo...a quelli che con me ogni domenica finiscono la voce sugli spalti!! Un appello a tutti voi...domenica vi voglio tutti presenti...non voglio che nessuno vada al mare o da altre parti!! Domenica scenderà in campo quella maglia viola...e non mi importa niente chi la indossa...ma quei colori saranno in campo..e noi ci dobbiamo essere!! E non solo per questo...!! Mi piacerebbe che anche tutti voi possiate ancora credere nella passione, nelle emozioni...che possiate ancora sentire quella spinta dentro che ti porta a perdere ore di sonno pur di andare in trasferta...a stare sotto l’acqua per ore...o sotto il caldo asfissiante...a risparmiare soldi solo e soltanto per la Fiorentina!! Mi piacerebbe che ancora ognuno di voi possa sentire quanto sia bello essere tifosi viola...che onore sia rappresentare Firenze nel calcio...!! Mi piacerebbe che quel fuoco non si spengesse mai..!! E per questo non vorrei che tutti noi possiamo diventare lucidi aziendalisti...no...no...voglio che siate sempre dei pazzi scatenati che antepongono il cuore alla ragione...voglio che le vostre risate non siano smorzate...voglio che i vostri muscoli rimangano contratti ad ogni azione...voglio vedere la vostra voglia di divertirvi...voglio che voi possiate SOGNARE!!
Non siamo tifosi viola per i risultati...non ce ne frega nulla di arrivare primi o ultimi...ma vogliamo continuare ad ardere...allo stadio non vogliamo pensare..ma solo gridare, gioire o incazzarci!!
Domenica vi voglio tutti allo stadio...così come il prossimo anno...non permettiamo a nessuno di svuotare i nostri spalti...noi ci dobbiamo e ci vogliamo essere...belli come sempre...”scomodi” come sempre!!

Luca

lunedì 3 maggio 2010

..i benpensati...

Buongiorno ragazzi,

stamani leggendo i giornali tutti i benpensanti del pallone sono scandalizzati per l’atteggiamento dei tifosi laziali....il mondo ipocrita del giornalismo si è scatenato un’altra volta...”queste cose succedono solo in italia”...”vergogna per i cori della curva laziale”...”atmosfera surreale”. Ma via via...ma non vi accorgete mai di quanto siete ridicoli? Di essere solo strumenti al servizio di qualcuno? Mi chiedo spesso come nessuno riesca mai ad uscire dal coro...sempre allineati verso il “belpensiero”...!! Ma cosa pensavate che potesse succedere ieri? che i tifosi laziali incitassero alla morte la propria squadra per essere poi presi in giro per anni dai romanisti? Mah...il bello del tifo è proprio questo...una volta perdi il derby...il capitano dell’altra squadra ti fa pollice verso...sei distrutto...mortificato...e poi la volta dopo hai la possibilità di vendicarti...di far perdere lo scudetto alla rivale di sempre...e di godere come un pazzo. Dove è lo scandalo? Volete solo marionette allo stadio che agiscono secondo il “belpensiero”? Ma a nessuno è venuto in mente che l’errore non è nell’atteggiamento dei tifosi laziali...ma di chi ha fatto giocare le partite in tempi differiti nelle ultime giornate di campionato? Eh già...perchè se la lazio non fosse stata sicura dei 5 punti di vantaggio sull’atalanta...forse non sarebbe stata così tranquilla. Ma qui si va a colpire le pay tv..e quindi sia mai...che i benpensanti possano andare ad attaccare i poteri economici!!
E infine un altro piccolo pensiero...vedo lo striscione dei laziali “oooh noooo”..e penso a quanto si sono divertiti...e mi viene in mente roma-udinese del 1993...carnevale e quel gol fallito...e penso alla partita con l’inter di quest’anno..giocata alla morte...perchè noi dobbiamo essere quelli bravi..quelli corretti....non possiamo vendicarci. Poi semmai si gioca il ritorno delle semifinale spompati...e si va fuori dall’europa...però l’importante è avere stile. Certo certo..avete ragione...purtroppo i tifosi “non veri” credono ancora nella rivalità...vogliono ancora godere sia per le vittorie della propria squadra che per le sconfitte delle squadre odiate...meno male che a Firenze ci sono tanti “veri” tifosi che hanno la mente lucida per pensare a quanto sia bello il terzo tempo...il bilancio in pari...le plusvalenze...meno male ci sono loro che ci fanno impazzire di gioia....sennò allo stadio sarebbe un bel mortorio!!

Luca

sabato 13 marzo 2010

che rabbia

“...tornati ora da napoli...oddio che viaggio...non si arrivava più...però che soddisfazione...che bello...poche centinaia di persone in quello stadio...all’arrivo ci è piombiato di tutto addosso..la polizia ci aveva radunato sul piazzale e dal secondo settore pioveva qualsiasi cosa..finalmente dentro abbiamo urlato a più non posso...dopo il primo gol loro sembrava finita..ma abbiamo continuato a cantare...l’importante era sventolare il vessillo..poi l’uno a uno...il due a uno...e nel recupero..con il cuore in gola...ecco il bambino che butta dentro il terzo gol...non ricordo più nulla..penso di essere andato al vetro..ho infamato un pò tutti...ho gioito come un pazzo...mi ricordo solo i giocatori che sono venuti sotto al curvino a saltare...a lanciare le maglie...che bello..che bello..difficile dimenticare queste emozioni..”
Questo poteva essere il commento alla partita odierna della Fiorentina a napoli...purtroppo nessuno lo potrà fare..perchè qualche benpensante...qualche mente illuminata ha pensato bene di vietare la trasferta ai tifosi fiorentini..ops...scusate...hanno concesso 30 biglietti...e dovevamo anche essere contenti...siamo stati noi a rifiutare...ma vai via vai via!! Ci hanno costretto a tenere le nostre sciarpe nell’armadio..le bandiere ripiegate..a seguire la partita in poltrona..in modo sterile..!! Ci state levando il bello di andare allo stadio...la gioia di poter partire e seguire la Fiorentina ovunque vada solo per l’orgoglio di sventolare i propri colori...!! Non riesco nemmeno a immaginare le vere motivazioni...specie da parte di colui che sta avendo tanti elogi grazie al comportamento dei tifosi viola...eh già perchè senza la nostra collaborazione..senza il nostro lavoro prezioso...difficilmente qualcuno sarebbe riuscito ad applicare il cosiddetto “modello empoli” (facendo riferimento alla partita con l’empoli in casa con pochissime forze dell’ordine) !! E nonostante ciò preferiscono usare la repressione...preferisco anteporre il bastone al dialogo...forse avranno ragione loro...ma boh..sto pensando a quelle dichiarazioni...”ho provato pena per quella ragazza con i petardi nascosti nella biancheria intima”...ecco io provo maggior pena per chi è contento e orgoglioso di aver beccato una figliola..averla processato per direttissima...averla condannata con 5 mesi di reclusione e 5 anni di daspo...averle in pratica condizionato fortemente la vita...tutto solo per la bischerata di aver nascosto 4 petardi...!!
E’ facile reprimere...è ben più difficile dialogare...

Luca

mercoledì 3 marzo 2010

c'era una volta Fiorentina - J... e ora?

Ciao ragazzi,

in questi giorni sto rimettendo a posto una marea di fogli...sommerso dalla polvere e da un sacco di scartoffie...ad un certo punto mi ritrovo in mano una fotocopia in formato A4 di un biglietto dello stadio...Fiorentina - J... stagione 1992-93. Oddio...oddio mio...un groppo in gola immediato...i muscoli contratti..gli occhi lucidi...!! Ripenso a quella fotocopia...attaccata per anni in fondo al mio letto, accanto a una mega scritta “se ti drughi..ti spegni” ! Ripenso a quando ho acquistato quel biglietto....non ero abbonato...andai con mio nonno al viola point....davanti allo stadio militare (ora stadio di atletica)...primo giorno di prevendita...il negozio apriva alle 15...a mezzogiorno eravamo già lì davanti..!! Alle due tutta la strada era piena..iniziano ad arrivare le volanti della polizia...la gente inizia a scaldarsi...il traffico è ormai bloccato..!! Alle 15 e 30 il negozio ancora non apre...inizia a serpeggiare l’idea che stiano vendendo i biglietti ai soliti raccomandati...in un attimo è un putiferio...botte alla vetrina..vola ogni bene...la polizia inerme..ci troviamo sballottati da una parte all’altra!! Improvvisamente viene aperto una specie di botteghino...la gente inizia a urlare..”un biglietto a persona...danno un biglietto a persona”...io e mio nonno ci guardiamo....poi per 15-20 minuti buoni lo perdo di vista...ci rivedremo dopo entrambi con un biglietto in mano!! Ricordo tutto il viaggio di ritorno in macchina...sembravo un pazzo...”nonno suona suona...bisogna festeggiare” !!! Inizia una lunga attesa....dieci giorni senza pensare ad altro...la notte del sabato insonne....la partita la domenica inizia alle 14:30....alle undici siamo già fuori...!!! Polizia ovunque...finanza...carabinieri...anche i militari...!! Alle undici e mezzo entriamo...a mezzogiorno entrambe le curve sono già piene...all’una è pieno quasi tutto lo stadio...entrano i gobbi in borghese a saggiare il campo...viene giù tutto lo stadio...da qualsiasi settore sono solo insulti...bambini....anziani...donne...tutti a infamare...è impressionante....!! Della partita ricordo ben poco...troppa l’adrenalina....solo l’odore dei fumogeni....i fischi impressionanti quando avevano palla loro...la gente del parterre a offendere al vetro in continuazione....!! Anche quell’anno vincemmo....tutti lo sapevamo....a Firenze i gobbi non passano!!
E ora?? sono 12 anni che non vinciamo....sono anni che con aria da soloni...continuano a ripeterci che non è più la partita dell’anno...che il nostro campionato ha altri obiettivi...che alla fine è una partita come le altre...che Firenze non deve vivere più da provinciale...!! Mi viene in mente una sola cosa...”ma vi levate di culo??”...Per me e per tanti di noi...non sarà mai una partita come le altre...e per chi la sente una partita come le altre...boh...vuol dire che non ha vissuto i veri Fiorentina- J.... che non ha provato l’odio che di una città intera verso quei colori...verso chi rappresenta il potere....verso una squadra che non ha un’anima..!!! Quindi vada in campo chi vuole...vada come vada il risultato...ma per favore...niente fair play...maglie sudate...cattiveria...!! E noi tifosi...anche se non sarà esaurito (mah????)...insomma noi tifosi ricreiamo un’atmosfera da brividi...per la nostra storia...per la nostra identità!! Quanto vorrei che i più giovani potessero rivivere le mie emozioni del 92-93...

Luca

giovedì 18 febbraio 2010

.ancora non sanno...

Ciao ragazzi,

siamo tornati da monaco...ancora frastornati dal sonno..dalle ore trascorse in pullman...anche se, nonostante tutto ciò, sentiamo dentro una gran forza...la forza di appartenere a Firenze...di essere tifosi della Fiorentina!! Eh già...proprio noi...quelli che all’arrivo all’allianz arena sono rimasti esterefatti..una palla rosso fuoco a vetri...tutta illuminata...che risaltava in mezzo alla neve bianca circostante. E poi..una volta dentro...un impianto stereo perfetto...seggiolini comodi...ben distanziati fra loro...aree ristoro..un’ottima visione del campo di gioco...!! Qualcuno aveva fatto anche uno striscione sarcastisco...”uguale al Franchi”!! Che differenza..noi costretti a stare tutti pressati...fare le file per prendere un caffè..a stare sotto l’acqua...a sentire gracchiare l’altoparlante. Forse molti di noi si sono sentiti in soggezione...hanno guardato con ammirazione e invidia quello stadio ultramoderno e ultrafunzionale. Poi è iniziata la partita...ci siamo alzati tutti in piedi...abbiamo iniziato a cantare...a saltare...a ballare..e ancora a cantare cantare cantare..!! Uno stadio completamente ammutolito...e noi ancora più forte a finire la voce...a ritmare con il battito delle mani, nonostante il freddo..!! I messaggi sul cellulare...”ragazzi si sente solo voi in televisione”...i nostri cori che rimbombavano in quel catino...!! Ancora più forte...senza fermarsi mai...”solo Firenze..si sente solo Firenze”!! Prendiamo gol...non ce ne importa nulla...continuiamo più forte di prima...si pareggia...viene giù tutto!! I tedeschi sembrano sbalorditi...loro che cantano solo in risposta allo speaker...loro che hanno uno stadio superfigo ma che sventolano le sciarpe, solo se le casse dello stereo fanno risuonare una certa canzone. Ma come...loro che pensavano che fossero sufficienti mille vetri colorati di rosso per sentirsi i più forti...che erano convinti che per godere una partita bastasse un bel seggiolino comodo e un’ottima posizione!! Proprio loro..che per stare al bar a prendere una bella birra...hanno perso il gol del pareggio..che non sapevano come sostenere la squadra....che sembravano di giocare in trasferta...!! Eh già ragazzi..noi eravamo Firenze....noi eravamo lo spettacolo...noi eravamo la forza che stava trascinando la squadra...!! Forse hanno pensato che con quel gol in fuorigioco ci hanno dato una bella lezione...erano tutti felici per aver vinto due a uno...!! Avete sbagliato cari crucchi...perchè voi non sapete che siamo Firenze...non sapete che da sempre ci esaltiamo nelle situazioni difficili...non sapete che ci piace sentirsi contro il potere...contro tutto e tutti. Non sapete che non ce ne frega proprio niente del terzo tempo e del tappetino rosso...Non sapete che quello stadio non illuminato...piccolo...scoperto...insomma il nostro stadio è il nostro tempio...che quella torre di Maratona con il labaro viola è il nostro cuore...che le scale costruite in cemento senza bisogno di sostegno è il simbolo del nostro genio....!! Non sapete che ognuno di noi...quando si siede in curva...sente la responsabilità e l’orgoglio di fare parte di una storia...che ognuno di noi sa cosa è stata la curva Fiesole...chi era su quei gradoni prima di noi...!! Non sapete che in quel cemento c’è un pò tutta la nostra famiglia...prima ci sono stati i nostri nonni...poi i genitori...e in futuro ci saranno i nostri figli e i nostri nipoti...!! Che quel manto erboso è stato calcato da tutti i nostri campioni. Insomma non avete nemmeno idea di cosa potrà succedere nel nostro tempio...non sapete che per voi sarà un inferno!!!

Luca