venerdì 26 novembre 2010

racconto di una trasferta a torino

E' tutta la settimana che cerco la maniera di farcela, ma no quest'anno no. La trasferta dai gobbi la devo saltare, grazie a quegli intelligentoni del CASM. Per sbollire la rabbia stasera ho ritirato fuori dal cassetto tutti i biglietti delle trasferte, gelosamente conservati, ognuno ha una sua storia e la trasferta a Torino con loro era un classico. Una delle più "sentite" fù sicuramente x me la finale UEFA del 1990. Per avere uno dei 6.000 biglietti a noi concessi avevo sguinzagliato amici di parenti di conoscenti ma alla fine ce l'avevo fatta, avevo anch'io il ricercatissimo tagliando per quella maledetta finale di andata, c'era solo una cosa che mi faceva stare male; quel giorno (mercoledì 2 maggio 1990) avevo una causa in tribunale già fissata da vari mesi e non potevo mancare; così alle 9,30 di quella fatidica mattina mi presentai fiducioso in Piazza San Firenze al tribunale con la sciarpa al collo, d'altronde avevo anche il biglietto, obbligatorio, per il secondo dei due treni speciali in partenza da Firenze alle 11,30 quindi ero sicuro di farcela. Ma il caso volle che quella testa di cavolo di giudice la tirò per le lunghe ed io con il fiatone arrivai in stazione 2 minuti dopo che il treno era partito; non mi persi d'animo cercai un'altro treno ma il primo utile per Torino partiva alle 15,30 ed arrivava alle 21,30 cioè alla fine del primo tempo. Così a mezzogiorno mi presentai a casa mentre i miei erano a pranzo fra lo stupore generale:" ma non dovevi andare a Torino?" non risposi, mi misi a sedere e mia madre mi servì un piatto di spaghetti proprio mentre al TG si parlava della partita, ricordo come adesso le parole:" sono attesi oltre 10.000 fiorentini a Torino stasera, molti sono già arrivati e stanno creando tafferugli per la città". Il piatto di spaghetti volò per terra ed io corsi di là, giubbotto, sciarpetta al collo, un bacio ai miei:" io vado, non sò come ma vado lassù a costo di arrivare quando tutto è finito", ricordo ancora quando uscì dal portone le imprecazioni di mio padre ed il pianto di mia madre. Andai in stazione pazienza se arrivavo alle 21,30, ma quella coppa Uefa la sentivo anche mia, avevo visto tutte le partite in casa (a Perugia) ed ero stato a Madrid a Sochaux a Brema, non potevo certo mancare alla finale, poi contro di loro. Caso volle che trovai un amico che aveva recuperato un biglietto all'ultimo che mi disse che un treno partiva fra poco per Milano e da lì con un po di fortuna potevamo prendere la coincidenza x Torino ed arrivare alle 20,00. Arrivammo a Milano e dopo 5 minuti sarebbe partito il treno per Torino, corsa a perdifiato per non perderlo ma quando arriviamo al binario la sorpresa: il treno era pieno all'inverosimile di gobbi, bandiere, striscioni, sciarpe fuori dai finestrini; cerchiamo di salire lo stesso fra le offese e gli insulti, a cui rispondiamo senza paura, ci viene allora incontro un gruppetto di 5 o 6 persone che inizia a minacciarci, per niente intimoriti facciamo la voce grossa, arriva la polizia che non ci vuole far salire, a quel punto si presentano una decina di energumeni che inizia a menare a destra e a manca, polizia e gobbi e ci fà segno di seguirli all'ultimo vagone, sono viola di Bergamo, Brescia e zone limitrofe grossi come armadi. Durante il viaggio a parte i cori ostili nessuno si presenterà nell'ultimo vagone. Arrivati a Torino prendiamo un autobus (anche quello pieno di gobbi) ed arriviamo allo stadio senza conseguenze. Manca mezz'ora all'inizio della partita chiediamo ad un bigliettaio dov'erano i fiorentini e lui ci dice di andare dall'altra parte dello stadio, così ci troviamo sotto la curva Filadelfia (la loro), i gobbi ci vedono, vola qualche bottiglia, parte una furiosa carica della celere con lancio di lacrimogeni, è il caos ci disuniamo, e solo dopo qualche minuto riesco a trovare l'entrata giusta, proprio mentre stanno dicendo le formazioni, finalmente fra la mia gente. Perdiamo 3-1 una partita rubatissima con botte e insulti sia in campo che sugli spalti. Noi siamo sistemati in Gradinata (la nostra Maratona) a contatto con i gobbi, durante la partita vola di tutto ci sono botte, cariche, manganellate. A fine partita corteo verso la stazione con agguati dei gobbi, vetrine e auto distrutte ed altre cariche della celere che non vede l'ora di mandarci via da Torino. Saliamo su uno dei due treni speciali, stipati come sardine e verso le 1,30 ripartiamo. Arriviamo a Firenze verso le 7,30 del mattino con i volti stravolti dalla stanchezza, un caffè e poi via al lavoro. Ma prima di andare compro la Gazzetta ricordo bene il titolo a nove colonne in prima pagina:" Giocatori e tifosi viola urlano: Juve al ritorno vi picchieremo ci vendicheremo", e la stanchezza vola via, ancora non si sà dove giocheremo il ritorno fra 15 giorni, al Flaminio di Roma, a Verona a Catanzaro, a Udine, avevamo il campo di casa (Perugia perchè a Firenze c'erano i lavori per i Mondiali) squalificato ma di sicuro ci saremo stati ovunque. Poi giocheremo ad Avellino, nel profondo Sud in una zona piena di gobbi, nella città dove c'era l'unica tifoseria gemellata con loro, che vergogna, ed anche lì saranno botte da orbi, perchè con la Juve sarà sempre odio e noi tiferemo sempre contro di loro anche se giocassero contro una squadra di assassini. JUVE MERDA

Stefano

giovedì 18 novembre 2010

Ricordi di una trasferta a milano....

Stagione 1983-'84 all'epoca avevo 16 anni e mezzo, avevo già fatto qualche trasferta negli anni passati grazie a mio fratello più grande di 11 anni di me, ma da quell'anno cominciai ad andare con i miei amici, avevo già fatto Verona e Genova contro la Samp ma erano state trasferte tranquille da gemellati. Ad agosto al mare avevo conosciuto 2 fratelli di Milano, uno interista ed uno milanista e ci eravamo ripromessi appena le ns squadre si incontravano di vedersi; capitò prima a me era (guarda un pò che caso) il 20 novembre 1983 ed il calendario aveva messo in programma Milan-Fiorentina. Così presi accordo con il fratello interista per la trasferta, chiaramente i miei erano contrari, all'epoca la rivalità con i rossoneri era fortissima e incidenti si verificavano in ogni partita fra le 2 squadre (oltretutto un paio di anni prima ci furono i famosi scontri in cui venne ferito il Pompa), ma partì lo stesso trascinandomi dietro altri 2 amici di Coverciano (più 2 amici milanisti di Firenze); la partenza su treno di linea fù intorno alle 6,30 di mattina, eravamo pochi viola circa 200 ed il viaggio d'andata passò fra i racconti dei vecchi ultrà sulle trasferte a Milano col Pompa e gli sfottò alle varie stazioni in cui ci fermavamo. Una volta arrivati alla stazione di Milano sul treno iniziarono a girare voci che la Fossa dei Leoni era in stazione ad attenderci e tutti iniziarono a imboscare le sciarpe ed a prepararsi allo scontro, ma poi non successe niente, io e i miei amici avevamo appuntamento con il mio amico interista che ci portò a pranzo a casa sua e poi allo Stadio. Ci posizionammo nel 2° anello di Curva Nord e notammo subito i fiorentini con cui avevamo viaggiato, facemmo gruppo, mancava ancora molto all'inizio, tutti avevamo le sciarpe nascoste, ma non passammo inosservati, alcune "vedette" milaniste ci avevano inquadrato e partì qualche offesa reciproca, i vecchi ci dissero di prepararci (ricordando una trasferta di qualche anno prima) e di lì a poco vedemmo spuntare qualche centinaio di milanisti, spranghe e catene in mano (all'epoca il secondo anello di San Siro non aveva recinzioni e poteva venir girato da una parte all'altra) che iniziò ad aggredirci, ci furono duri scontri che durarono diversi minuti fino all'intervento della polizia, ma a parte qualche contusione non ci furono grossi danni per nessuno, e i fiorentini seppero tener testa ai rossoneri. La partita la perdemmo 2-1, ma questo non era importante ci aspettava una lunga camminata verso l'unica fermata del Metrò a Piazzale Lotto tutti mescolati e senza polizia, fra sassate e tentativi di imboscate. Riuscimmo ad arrivare in stazione e lì ci furono altri scontri con un gruppetto di milanisti ai quali furono sottratti un paio di borsoni, uno contenente sciarpe e adesivi, l'altro con lo striscione del suo gruppo "Outlaws". Arrivati a Bologna dovevamo aspettare un paio d'ore per prendere la coincidenza per Firenze, e lì conoscemmo 5 o 6 Palermitani (che tornavano da una trasferta in Veneto) ed un napoletano che veniva da Tbilisi in Russia (dove il Napoli aveva giocato il mercoledì prima) che viaggiava senza biglietto nascondendosi nei cessi o nel vano bagali; andammo tutti insieme un pò a giro per il centro città, svaligiando qualche bar e menando alcuni bolognesi che alzavano qualche dito di troppo, finchè non andammo a mangiare in un lussuoso ristorante (chiaramente scappando prima dell'arrivo del conto). L'arrivo a Firenze fù trionfale, erano già passate le 1,00 di notte e quando scendemmo ci accorgemmo che in cima al binario erano ad attenderci tantissime persone, erano parenti ed amici in apprensione perchè avevano sentito per radio degli scontri (mica esistevano i cellulari) e giornalisti e fotografi di radio e tv private pronti per intervistarci; noi allora tirammo fuori lo striscione sottratto ai milanisti e iniziammo un corteo cantando milan vaffanculo e bastardo rossonero passando nel mezzo alla folla che ci applaudiva. Per me, all'epoca sedicenne, fù una grande giornata e non vedevo l'ora di essere il giorno dopo per raccontare agli amici di questa trasferta da vero ultrà.
Felice di aver vissuto quelle giornate senza Tdt, Casm, fair play e cazzate del genere che stanno uccidendo la passione del tifoso.

Stefano